I miei primi quadri, amici miei diletti,
Voi che ho sempre accudito col mio sguardo innamorato,
Com’è possibile, mi chiedo, che in quei giorni, ormai anni fa,
Le mie mani v’abbiano creato con tanta sincerità.

Ora che le mie rughe s’infiltrano in questa nuova età,
Voi negli anni siete rimasti così feschi e giovani
E guardatemi ora con la medesima speranza ch’ebbi
Allora, decenni fa, quando m’affacciai al mondo.

Vedete, prendo la mia chitarra, come faccio sempre
Quando vi guardo, amici cari d’oggi,
Ora vi canto delle musiche di tanti anni fa,
Musichette degli anni passati che cantai a modo mio.